Tefteri: debiti e crediti per imparare il mestiere di campare.
Tefteri è il nome del classico libricino dei conti greci.
Vinicio Capossela, vestito da passante, attraversa cittadine della Grecia descrivendo mano mano ogni piccola o grande pecca della nazione. Affianca ogni commento ad una particolare canzone del posto. Viene citata più volte una vecchia sinfonia: il Rebetiko. Esso incarna la grecità urbana e cantandolo si può spurgare il dolore causato dalla crisi. I problemi della Grecia vengono descritti da un giovane lavoratore di nome Iannis. Ci racconta il ragazzo di come in Grecia la popolazione prima stava bene e poi d'improvviso i soldi sono iniziati a finire in un "buco nero".Servirebbe, secondo gli abitanti, un ritorno alle origini; eliminare il consumismo ed utilizzare il denaro solo per sopravvivere e non per beni effimeri. La crisi c'era da anni ma ognuno mangiava con cucchiai d'oro. Era nelle scuole, nell'educazione, negli ospedali e nel governare (sono noti in tutto il mondo gli scontri tra i due partiti principali della Grecia) ma principalmente lo scrittore vuole farci capire come le industrie interne stanno morendo (o sono già morte) e come la gente stia tornando a coltivare i campi.
Sapete come si dice lavoro in greco? Dulia = SCHIAVITÙ .
Vinicio fa un paragone tra la Grecia e l'Italia, come se quest'ultima fosse prossima a subire lo stesso deterioramento della Grecia. La Grecia sta cadendo soprattutto perché i politici, ma in parte anche una grande fetta della popolazione, rubano. Non ci sembra di rivedere la situazione italiana?
Una delle città ad aver subito di più la crisi, sia politica sia morale, è Atene. In una zona in particolare é vietata l'entrata alla polizia perché qualche tempo fa è stato ucciso un ragazzo, è diventato il quartiere più anarchico del paese. La Grecia è una nazione che, come l'Italia, conta un gran numero di immigrati tanto che l'amore e l'attaccamento alla patria è svanito! Palazzi, cattedrali, piazze e chiese.. Tutto si sta distruggendo o è stato distrutto dagli stessi abitanti. A nessuno piace più vivere in Grecia e si preferisce emigrare.
Vogliamo soffermarci su una frase un po' brusca ma importante e diretta del testo:" il problema è che la Merkel ha dimenticato che cos'è il sesso, e così fotte il popolo greco e il popolo europeo".
È forse colpa dell'Europa ed in particolare della Germania la situazione della Grecia? Non ci dovremmo aiutare a vicenda? Questo paese, culla della civiltà, sta diventando un paese di paura, uno stato di mafiosi mentre la popolazione si dispera. La gente preferisce morire di mano propria piuttosto che di fame o di freddo per la mancanza di un tetto.
Ma perché viene lasciata sprofondare così come un pezzo inutile del mondo? In fondo è proprio qui che è nata la civiltà e dovrebbe essere il primo stato ad essere distrutto? Bisogna smettere di evitare il dolore, di tenerlo da parte dalla vita:
"Camminarci in mezzo , invece, attraversarlo" (cit)
In questo momento l'unico sollievo della Grecia è la musica: libera.. Che serve a spurgare il nero. Ed è comunista perché davanti al dolore siamo tutti uguali!
Possibili domande:
• Perché lo scrittore ha così a cuore la musica greca tanto da collegarla alla crisi economica? Che rapporto c'è?
• La metafora con la Germania è veramente toccante. Che ruolo attribuisce a questo paese nel progressivo deterioramento della Grecia ?
• In un passo del testo l'autore fa un appunto, o meglio critica, alle banche. Perché anche in Italia si da così tanta colpa alle banche quando forse l'unica colpa è dello stato e dei truffatori ?
• Atene: città più colpita. Perché si sofferma proprio su essa? È l'unica città ad essersi chiusa in se stessa martoriata dalla crisi?
Federica Scannapieco, Veronica Sacchi, Giorgia Gambuzza
Nessun commento:
Posta un commento